assenteismo
giovedì 14 marzo 2013
PENSIERO N.15.668
CON QUEL TUO SAPER FARE L'INDIFFERENTE, HAI CREATO UN MOSTRO DI PERSONA. HAI IMPARATO SULLA PELLE DELLE PERSONE. BRAVA. IO RIMANGO DI STUCCO QUANDO TU MI GUARDI IN QUELLA MANIERA E IO VORREI SPUTARTI NEL TUO VISO CRETINO E IMBAMBOLATO.
venerdì 22 febbraio 2013
OSCURO.
UN GIORNO AVEVO PENSATO CHE NIENTE E NESSUNO MI AVREBBE SMOSSO DALLE MIE POSIZIONI. ORA SEI ARRIVATO TU! NON E' CAMBIATO NULLA.
PER FORTUNA I MIEI VALORI VANNO IN UNA SOLA DIREZIONE.
IL PECCATO E' AVERTI ASCOLTATO E SOSTENUTO, MA AVEVO DALLA MIA GRANDISSIME PERSONE CON UN CERVELLO GRANDE COME UN PORTO.
PENSAVI CHE METTENDOMI ALL'OSCURO DI TUTTO IO NON VENIVO A SAPERE NIENTE?
CAZZATE!
SEI UN PROVINCIALE, E SE QUESTO PUO' FARTI PENSARE CHE STO DIVENTANDO NOIOSO CON QUESTO FATTO DEL PROVINCIALISMO SAPPI CHE NON LA FINIRO' MAI.
ADDIO OSCURA MATERIA CHE INGOMBRAVI IL MIO PENSIERO, ADDIO OSCURO PRESENTIMENTO CHE NON FACEVI ALTRO CHE METTERMI ANSIA.
ADDIO STRONZA,STRONZO,IMPEDIMENTO FISICO.
PER FORTUNA I MIEI VALORI VANNO IN UNA SOLA DIREZIONE.
IL PECCATO E' AVERTI ASCOLTATO E SOSTENUTO, MA AVEVO DALLA MIA GRANDISSIME PERSONE CON UN CERVELLO GRANDE COME UN PORTO.
PENSAVI CHE METTENDOMI ALL'OSCURO DI TUTTO IO NON VENIVO A SAPERE NIENTE?
CAZZATE!
SEI UN PROVINCIALE, E SE QUESTO PUO' FARTI PENSARE CHE STO DIVENTANDO NOIOSO CON QUESTO FATTO DEL PROVINCIALISMO SAPPI CHE NON LA FINIRO' MAI.
ADDIO OSCURA MATERIA CHE INGOMBRAVI IL MIO PENSIERO, ADDIO OSCURO PRESENTIMENTO CHE NON FACEVI ALTRO CHE METTERMI ANSIA.
ADDIO STRONZA,STRONZO,IMPEDIMENTO FISICO.
mercoledì 20 febbraio 2013
VATTENE.
Non solo per questo meriti la mia attenzione, mostro di protagonismo. Vorrei vedere te al mio posto con tutte quelle smanie di farti vedere solo perchè sei la prima.
AFFANCULO! Io piango, e tu cosa fai? Ripeti quella formuletta del cazzo che ti hanno insegnato mentre hai iniziato a mangiare a tavola come un cristiano normale: "Ora sei grande! Non devo dirti come si sta a tavola! Metti giù quei gomiti!"
Bene, mentre tu imparavi ad essere provinciale e superficiale io leggevo Bukowski, Kerouac etc. Poi il vino ha preso il sopravvento e la poesia si è impadronita del mio corpo facendolo diventare un enorme involucro di speranze mai negate.
Una volta vidi un uomo. Poi lo pregai di andarsene perchè mi faceva venire l'ansia, da quel giorno l'ansia divenne paranoia e io diventai triste e avevo paura di diventare un piccolo borghese. Per fortuna che c'era Stockhausen, e gli angeli vennero a salvarmi.
AFFANCULO! Io piango, e tu cosa fai? Ripeti quella formuletta del cazzo che ti hanno insegnato mentre hai iniziato a mangiare a tavola come un cristiano normale: "Ora sei grande! Non devo dirti come si sta a tavola! Metti giù quei gomiti!"
Bene, mentre tu imparavi ad essere provinciale e superficiale io leggevo Bukowski, Kerouac etc. Poi il vino ha preso il sopravvento e la poesia si è impadronita del mio corpo facendolo diventare un enorme involucro di speranze mai negate.
Una volta vidi un uomo. Poi lo pregai di andarsene perchè mi faceva venire l'ansia, da quel giorno l'ansia divenne paranoia e io diventai triste e avevo paura di diventare un piccolo borghese. Per fortuna che c'era Stockhausen, e gli angeli vennero a salvarmi.
lunedì 18 febbraio 2013
Quel giorno.
Camminavo senza meta. Non è una bella cosa se non sai dove andare e se non sei un bohemien. Quindi lasciate perdere tutte quelle stronzate romantiche.
Ad un certo punto mi sono incazzato. Mi fermo e decido dove andare.
Vedo un bar, ci vado e ordino da bere. Tutto normale se solo ci fosse qualcuno con cui parlare. Ma quel giorno era destino che non devo vedere proprio nessuno. Vabbè, finisco di bere e torno a casa.
Come entro inizia a piovere, appena in tempo altrimenti mi faccio una chiavica.
Suona il telefono:
"CIAO!"
"..."
"ASPETTAVO QUESTO GIORNO DA TANTO TEMPO! DAVVERO!"
"SONO CONTENTA!"
"TI ODIO"
"..."
Silenzio. Io non riattacco, voglio sentire cosa mi dice.
QUEL GIORNO E' STATO BACIATO DAL SOLE.
Dice che vuole vedermi. Vabbene dico io.
Dice che dobbiamo vederci quel giorno stesso.
Vabbene, si ok.
Ci vediamo, lei è accompagnata da un provincialissimo bellimbusto. Io sono da solo, ma non dormo in piedi. Prendo la mazza che mi ero portato dietro e li fracasso di mazzate.
Ad un certo punto mi sono incazzato. Mi fermo e decido dove andare.
Vedo un bar, ci vado e ordino da bere. Tutto normale se solo ci fosse qualcuno con cui parlare. Ma quel giorno era destino che non devo vedere proprio nessuno. Vabbè, finisco di bere e torno a casa.
Come entro inizia a piovere, appena in tempo altrimenti mi faccio una chiavica.
Suona il telefono:
"CIAO!"
"..."
"ASPETTAVO QUESTO GIORNO DA TANTO TEMPO! DAVVERO!"
"SONO CONTENTA!"
"TI ODIO"
"..."
Silenzio. Io non riattacco, voglio sentire cosa mi dice.
QUEL GIORNO E' STATO BACIATO DAL SOLE.
Dice che vuole vedermi. Vabbene dico io.
Dice che dobbiamo vederci quel giorno stesso.
Vabbene, si ok.
Ci vediamo, lei è accompagnata da un provincialissimo bellimbusto. Io sono da solo, ma non dormo in piedi. Prendo la mazza che mi ero portato dietro e li fracasso di mazzate.
sabato 9 febbraio 2013
Oltre ogni misura.
Con i tuoi occhi puoi fare quello che vuoi. E' quello che credi mia inutilissima persona amica. Con le tue convinzioni sciocche e inopportune hai distrutto una cosa buona e saggia.
La rabbia che proviene non viene dal cielo, al massimo possono cadere solo le rane da lì. Conquistati un posto nel cervello e abituati a vivere oltre la soglia della tua superficialità, altrimenti non farai altro che piangere, dire frasi del cazzo, espressioni tipo: "OHHHH Antonio! Non si fa! Non si dice!
Ora, invece di stare a cercare nella tua scatola cranica il momento che hai sospirato queste parole che non hai mai detto, vedi di alzarti e andartene a fanculo.
Ovviamente io l'ho fatto, ma solo ora lo sto sostenendo. Trent'anni in una cittadina superficiale possono fare questo: o diventare uno qualsiasi, che dice solo stronzate oppure diventare IO.
Io con le mie piccole imperfezioni e le mie grandi dimensioni ci sto riuscendo.
La rabbia che proviene non viene dal cielo, al massimo possono cadere solo le rane da lì. Conquistati un posto nel cervello e abituati a vivere oltre la soglia della tua superficialità, altrimenti non farai altro che piangere, dire frasi del cazzo, espressioni tipo: "OHHHH Antonio! Non si fa! Non si dice!
Ora, invece di stare a cercare nella tua scatola cranica il momento che hai sospirato queste parole che non hai mai detto, vedi di alzarti e andartene a fanculo.
Ovviamente io l'ho fatto, ma solo ora lo sto sostenendo. Trent'anni in una cittadina superficiale possono fare questo: o diventare uno qualsiasi, che dice solo stronzate oppure diventare IO.
Io con le mie piccole imperfezioni e le mie grandi dimensioni ci sto riuscendo.
venerdì 1 febbraio 2013
A Gi.
Forse, se tutto questo aveva senso non aspettavo il tempo che mi lasciavo dietro. Ma dietro ogni pensiero, certosina impazienza di ascoltare una voce nuova e vedere la vita.
Camminavo immerso nei miei pensieri, come un piccolo uomo che non ha destino, naturalmente io non potevo dominare il mondo, ma il mondo si stava dando da fare per bene devo dire, aspettavo cosa?
Che forse qualcuno mi avrebbe schiaffeggiato per darmi vita e colore. Qualcosa è successo. All'inizio diffidente, poi la sorpresa!
Volo nonostante la mia mole, e sono più leggero.
lunedì 21 gennaio 2013
Sentiti in dovere.
Sentiti in dovere di restituire tutta l'arroganza a chi gentilmente te l'ha sbattuta senza troppi complimenti. Sentiti in dovere di ridere davanti all'ipocrisia, l'indignazione va bene solo per i troppo benpensanti che pensano che ubriacarsi è una cosa da derelitti etc.
Sentiti in dovere di urlare la tua vita come meglio credi: se aspetti che qualcun'altro lo faccia per te...ciao.
Sentiti in dovere di piangere davanti ad un capolavoro, perchè ci sarà sempre qualche testa di cazzo che farà sempre il critico che non capisce un cazzo e dice: "questi film sono troppo concettuali".
Sentiti in dovere di dire a qualcuno che gli vuoi bene, farà bene questa cosa anche a te.
Sentiti in dovere di andare verso il mare e respirare e sentire le onde.
Sentiti in dovere di vivere, anche se hai una faccia come la tua.
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