Parte quinta.
AAAAAAAHHHHH. Sono su una nave. Sono partito da poco da Civitavecchia. Vado in Sardegna. Sto sul ponte beato a godermi lo spettacolo del mare di notte. E' una sensazione fantastica. Ad un certo punto sento: "Ha da accendere?". Mi giro ed è una sventola incredibile. Stessa storia, mi tiro un pizzicotto. Sono sveglio. Le dico "Si". Le porgo l'accendino. E' buio, non riesco a definirla bene. Ma vedo che ha i capelli lunghi. Ha un profumo vertiginoso. Fantastico.
Lei si accende la sigaretta mi ringrazia e se ne va.
Sembrerebbe finita così, ma la incontro più tardi mentre lei entra nella sua cabina che è situata due cabine più avanti della mia. Le do uno sguardo prima che lei entra, e lei contraccambia. Sulla porta della cabina c'è una piccola luce ma finalmente posso notarla meglio di prima. Non è magrissima ma ha qualche chilo in più nei punti giusti. Entro e faccio un sospiro.
Mi addormento con un sorriso sulle labbra e intanto aspetto che si faccia giorno.
Il giorno dopo sono già arrivato in Sardegna. Lì prenderò un pullman che mi porterà ad Alghero.
Fine quinta parte.
martedì 31 maggio 2011
lunedì 30 maggio 2011
Fortuna.
Parte quarta.
Vedo un uomo naturalmente (chi se no ?) con una camicia bianca, e una valigetta. Apro e mi fa: "Salve, sono qui per darle un volantino che parla della famiglia". Lo guardo in silenzio. Prendo il volantino e gli dico: "Sono ateo". Lui mi guarda si gira e se ne va. Lo vedo scendere le scale.
Non so cosa pensare. Sogno certe sventole da campionato e si presentano testimoni di geova. Ma ora niente mi fa pensare più a quella persona. Infatti si apre la porta del vicino.
Dovrei dire la vicina. Bella, non bellissima ma normale. La guardo e le dico salve. Anche lei mi saluta. Rientro e mi siedo a tavola. Mangio proprio tutto. Ora è tutto vero, ma inutilmente aspetto il campanello che non suonerà MAI. Vabbé. Mi scolo la bottiglia e mi metto a letto.
Mi sveglio tardi. E' domenica non si lavora, capolavoro. Mi alzo preparo il caffè. Mentre l'aroma si sparge nella casa, squilla il telefono. Dall'altre parte del telefono non si sente niente. Riattacco senza troppi pensieri.
Prendo il caffé, mi metto in ghingheri e esco. Prendo la macchina e faccio un giretto nella città. Nello stereo Giuni Russo.
VOGLIO ANDARE AD ALGHEROOOOO, IN COMPAGNIA DI UNO STRANIEROOOOOO,
MIA MADRE NON LO DEVE SAPERE, NON LO DEVE SAPEREEEEEE. Così decido che quest'estate devo andare ad Alghero.
Fine quarta parte.
Vedo un uomo naturalmente (chi se no ?) con una camicia bianca, e una valigetta. Apro e mi fa: "Salve, sono qui per darle un volantino che parla della famiglia". Lo guardo in silenzio. Prendo il volantino e gli dico: "Sono ateo". Lui mi guarda si gira e se ne va. Lo vedo scendere le scale.
Non so cosa pensare. Sogno certe sventole da campionato e si presentano testimoni di geova. Ma ora niente mi fa pensare più a quella persona. Infatti si apre la porta del vicino.
Dovrei dire la vicina. Bella, non bellissima ma normale. La guardo e le dico salve. Anche lei mi saluta. Rientro e mi siedo a tavola. Mangio proprio tutto. Ora è tutto vero, ma inutilmente aspetto il campanello che non suonerà MAI. Vabbé. Mi scolo la bottiglia e mi metto a letto.
Mi sveglio tardi. E' domenica non si lavora, capolavoro. Mi alzo preparo il caffè. Mentre l'aroma si sparge nella casa, squilla il telefono. Dall'altre parte del telefono non si sente niente. Riattacco senza troppi pensieri.
Prendo il caffé, mi metto in ghingheri e esco. Prendo la macchina e faccio un giretto nella città. Nello stereo Giuni Russo.
VOGLIO ANDARE AD ALGHEROOOOO, IN COMPAGNIA DI UNO STRANIEROOOOOO,
MIA MADRE NON LO DEVE SAPERE, NON LO DEVE SAPEREEEEEE. Così decido che quest'estate devo andare ad Alghero.
Fine quarta parte.
venerdì 27 maggio 2011
Fortuna.
Parte terza.
Il lavoro che faccio è un lavoro banale. Catena di montaggio. Fabbrica di automobili. Non so se è il tipo di lavoro noioso che scatena quel sogno che vi ho raccontato. Sta di fatto che ogni notte sogno sto pezzo di fica allucinante.
Ora non è che sto qua a raccontarvi di una storia banale: sogno una fica e il giorno dopo la incontro. Non succederà mai. Mai. Ma quello che mi interessa è vedere le faccie delle persone che ho coinvolto.
TOOT! TOOT!
La sirena segnala che è finito il turno. Mi avvicino al mio armadietto. Prendo le mie cose e mi avvio all'uscita, naturalmente piove ma è novembre cosa volete che sia.
Prima di arrivare a casa mi fermo ad un supermercato: vino, farfalle pesto già pronto. Ho voglia di un buon pranzo. La mensa della fabbrica è terribile. Poi prendo tre fusi di pollo.
Niente paura ora è tutto vero. Infatti torno a casa raggiante per questa spesa. Cucino il tutto. Poi vado a farmi la doccia.
Come esco suona il campanello. Mi guardo allo specchio, mi tiro uno schiaffo per essere sicuro.
Mi avvicino,guardo allo spioncino.
Fine terza parte.
Il lavoro che faccio è un lavoro banale. Catena di montaggio. Fabbrica di automobili. Non so se è il tipo di lavoro noioso che scatena quel sogno che vi ho raccontato. Sta di fatto che ogni notte sogno sto pezzo di fica allucinante.
Ora non è che sto qua a raccontarvi di una storia banale: sogno una fica e il giorno dopo la incontro. Non succederà mai. Mai. Ma quello che mi interessa è vedere le faccie delle persone che ho coinvolto.
TOOT! TOOT!
La sirena segnala che è finito il turno. Mi avvicino al mio armadietto. Prendo le mie cose e mi avvio all'uscita, naturalmente piove ma è novembre cosa volete che sia.
Prima di arrivare a casa mi fermo ad un supermercato: vino, farfalle pesto già pronto. Ho voglia di un buon pranzo. La mensa della fabbrica è terribile. Poi prendo tre fusi di pollo.
Niente paura ora è tutto vero. Infatti torno a casa raggiante per questa spesa. Cucino il tutto. Poi vado a farmi la doccia.
Come esco suona il campanello. Mi guardo allo specchio, mi tiro uno schiaffo per essere sicuro.
Mi avvicino,guardo allo spioncino.
Fine terza parte.
giovedì 26 maggio 2011
Fortuna.
Parte seconda.
Si rimise a sedere, sospirò un attimo pensando a tutta quella abbondanza. Un vero stangone, gambe lunghissime, seno prosperoso...
riattaccò a mangiare. Quello era sicuro. Il cibo gli ricordava paesaggi lontani dimensioni a lui ignote. Chiuse gli occhi con la forchetta prese un pezzo di roast beef che aveva tagliato sottilmente lo mise in bocca. Un pezzo di paradiso. Prese la bottiglia di vino e ci si attaccò. Bevve tutto d'un fiato. Poi si alzò e sparecchiò. Avrebbe continuato la sera. Ora voleva solo camminare.
Andò giù in spiaggia. Camminò lentamente senza meta. Ad un certo punto vide una figura che si avviciniva a lui. Guardò meglio e non si sbagliava. Era la vicina! Che cavolo ci faceva lì?
Continuò a camminare facendo finta di non vederla. Ad un certo punto si sentì dietro le sue spalle: "Ciao".
Lui si girò e la guardò silenziosamente. Dopò un po "Le disse vuoi venire a cena da me?"
DRIIIIIIIN!
DRIIIIIIIN!
Cazzo! NO NO NO NO. Ogni volta che sogno una figa da panico sta cazzo di sveglia mi tormenta i miei orgasmi migliori.
LAVORO. Un tormento di otto ore. Ma prima o poi la devo incontrare sto pezzo di fica infinita.
Fine seconda parte.
Si rimise a sedere, sospirò un attimo pensando a tutta quella abbondanza. Un vero stangone, gambe lunghissime, seno prosperoso...
riattaccò a mangiare. Quello era sicuro. Il cibo gli ricordava paesaggi lontani dimensioni a lui ignote. Chiuse gli occhi con la forchetta prese un pezzo di roast beef che aveva tagliato sottilmente lo mise in bocca. Un pezzo di paradiso. Prese la bottiglia di vino e ci si attaccò. Bevve tutto d'un fiato. Poi si alzò e sparecchiò. Avrebbe continuato la sera. Ora voleva solo camminare.
Andò giù in spiaggia. Camminò lentamente senza meta. Ad un certo punto vide una figura che si avviciniva a lui. Guardò meglio e non si sbagliava. Era la vicina! Che cavolo ci faceva lì?
Continuò a camminare facendo finta di non vederla. Ad un certo punto si sentì dietro le sue spalle: "Ciao".
Lui si girò e la guardò silenziosamente. Dopò un po "Le disse vuoi venire a cena da me?"
DRIIIIIIIN!
DRIIIIIIIN!
Cazzo! NO NO NO NO. Ogni volta che sogno una figa da panico sta cazzo di sveglia mi tormenta i miei orgasmi migliori.
LAVORO. Un tormento di otto ore. Ma prima o poi la devo incontrare sto pezzo di fica infinita.
Fine seconda parte.
mercoledì 25 maggio 2011
Fortuna.
Normalmente uno dopo tanto tempo che non scrive deve dare spiegazioni di un certo spessore per avvisare quei pochi che mi leggono che ho avuto un periodo di ripensamenti etc.
Naturalmente non dirò niente di quello che mi è successo, ma vi racconterò ( nelle mie possibilità) un raccontino.
Un uomo dopo aver deciso di mettersi a tavola per mangiare un'intera settimana, andò in chiesa e ne parlò con il prete che gli disse "Figliolo abbi cura di te".
Tornò nella sua casetta e incominciò. Farfalle con funghi e panna, roastbeef arrosto, finocchi al forno con besciamella. Mentre azzannava un succulento finocchio qualcuno suonò alla sua porta. Si alzò di controvoglia e vide allo spioncino che era la vicina. Un tocco di femmina che non finiva mai. Aprì e lei dopo averlo salutato gli chiese se aveva del sale. Lui la fece entrare e lei vedendo tutta quella roba da mangiare gli chiese se aveva gente a casa. Lui porgendogli il sale le disse di no che tutta quella roba la stava mangiando lui. Lei rimase sorpresa da questa frase lo ringraziò del sale e se ne andò. Lui si rimise a tavola a mangiare.
Fine prima parte.
Naturalmente non dirò niente di quello che mi è successo, ma vi racconterò ( nelle mie possibilità) un raccontino.
Un uomo dopo aver deciso di mettersi a tavola per mangiare un'intera settimana, andò in chiesa e ne parlò con il prete che gli disse "Figliolo abbi cura di te".
Tornò nella sua casetta e incominciò. Farfalle con funghi e panna, roastbeef arrosto, finocchi al forno con besciamella. Mentre azzannava un succulento finocchio qualcuno suonò alla sua porta. Si alzò di controvoglia e vide allo spioncino che era la vicina. Un tocco di femmina che non finiva mai. Aprì e lei dopo averlo salutato gli chiese se aveva del sale. Lui la fece entrare e lei vedendo tutta quella roba da mangiare gli chiese se aveva gente a casa. Lui porgendogli il sale le disse di no che tutta quella roba la stava mangiando lui. Lei rimase sorpresa da questa frase lo ringraziò del sale e se ne andò. Lui si rimise a tavola a mangiare.
Fine prima parte.
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