mercoledì 1 giugno 2011

Fortuna.

Parte sesta (ultima?).

Naturalmente i problemi non scompaiono. Neanche in un posto come Alghero. Mi è venuta un'incredibile noia qui. Il giorno dopo il mio arrivo ritorno al porto per ritornare al mio paese.
Sarebbe deleterio rimanere qui. Non ci vedo niente di allietante per il mio povero corpo.
Niente di più confortante rivedere la mia casetta. Appoggio le valigie e suono alla vicina. Si proprio lei, quella che mi fa sognare sogni pazzeschi. Aspetto un po. La porta si apre, lei è in vestaglia. Le dico: "TI AMO". Lei non dice niente. Rientra, chiude la porta. Io rimango un attimo lì. Poi rientro. Niente da fare. Quest'anno le ferie saranno noiose ma tranquille.

Niente da fare di nuovo. Prego sei il benvenuto nella commedia cretina di ogni giorno, dove se ti dichiari un essere pieno di vita, faranno di tutto per costringerti a rimanere senza voglia di vivere, senza un barlume di speranza. Qualcuno ha già deciso di essere pieno di se e coinvolgere tutto come un buco nero che risucchia tutto. I moralismi stanno a zero quando incontri gente del tipo viva senza avere la riconoscenza di essere tale. Comunque vadano le cose, io sono ancora in piedi. Sempre con la faccia nel solito posto e soprattutto voglioso di vivere. 
Sembra facile parlarne in un momento come questo. Sono davanti ad un precipizio, e tra un minuto dovrò fare i conti davvero con me stesso. Il suicidio sembra una forma di liberazione, prima ci pensavo continuamente. Ma ora che vedo questo mare impetuoso che mi urla una parola sola, sono pronto. 

Fine.

1 commento:

  1. il coso di facebook mi copre l'inizio del testo porco giuda. toglilo per l'amore del cielo. voglio leggere.

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