Mi ero alzato senza troppi pensieri, e volevo passare una domenica tranquilla. Ma la chimica cambiò stramaledettamente quella giornata. Non aveva ragione di esistere quella giornata almeno dopo ho pensato. Dopo una notte innaffiata col vino, la mattina mi ritrovai con una superfemmina a fianco nel mio letto. Non mi ricordavo un cazzo di quello che ho fatto la sera prima. Quindi niente di particolare se la mattina mi trovo un pò sorpreso. Mah. Comunque la sveglio e lei fa a fatica a svegliarsi, probabilmente ha bevuto pure lei. Conferma dal fatto che non riesce neanche ad alzarsi. BOM. Cade dal letto. La prendo, la porto al bagno. Apro il rubinetto e ci ficco sotto la sua testa. Un urlo. Si è ripresa.
Si alza su i suoi piedi e mi tira uno schiaffo. "Buongiorno"!
"Darling, che cavolo hai combinato ieri sera"?
"Chi sei tu"?
Le spiego tutto.
Prende le sue cose e se ne va.
Rimango solo col ricordo. Vabbè. Mentre metto un cd di jazz avanguardistico qualcuno suona alla porta. E' lei, la strafica. Dice che ci ha ripensato e che voleva chiedere scusa come si è comportata etc.. La faccio entrare, le faccio il caffè così si riprende.
Le suona il cellulare, risponde in malo modo la strafica. Manda affanculo, continua ad urlare. Con un gesto le faccio capire che deve abbassare la voce. Riattacca. Il caffè esce. Ce lo beviamo.
Nessuna parola. DRIIIN. DRIIIIN. Il telefono. Pronto? Si va bene ma chi sei? Non ho capito puoi ripetere.
Minacce. Mi rivolgo a quella. Sta venendo qualcuno qui. Scommetto che è il tizio della telefonata super incazzosa. Dopo 15 minuti qualcuno cerca di sfondare la porta. La mia amata porta.
Prendo il martello. Apro la porta. Dieci secondi dopo il mio martello è piantato ben bene sul suo cranio. Anche lei non è rimasta gran che, dopo che lui gli ha sparato un colpo della sua pistola nel suo bel seno. Li prendo e li porto all'ospedale.
Poi torno a casa.
domenica 18 settembre 2011
venerdì 16 settembre 2011
Nuovo.
Sembra che tutto abbia una forma, almeno così dovrebbe essere. Forse siamo noi a non accorgerci che diamo una forma a tutto. Esempi? Non ne farò almeno così non prenderò una forma stereotipata. Non sono un sociologo ma uno che vede la vità per quello che è. Lunga e rotonda, almeno fino a ieri. Domani sarà stupendo, e io non voglio fare proprio niente per far prendere una forma così accettata da tutti. Mi limito finchè i sogni aiutano la mia mente a non rovinarsi e non invecchiare. Per un motivo o l'altro, tesoro io sarò sempre qui. Nessuno mi dirà niente ma per è già tanto. I libri mi hanno aiutato a decifrare la mia ottusa voglia di rimanere in questo posto arido e senza forma. IO SONO LA FORMA. Per un attimo posso anche sembrare carino, ma i fatti stanno a zero quando avrò il coraggio di dire la verità e lo dirò sparandoti uno sguardo che dovrà dire tutto e niente allo stesso tempo. Dovrei conquistare ogni ora ma quello che faccio e rincorrere la vita, acchiapparla per la testa e sbatacchiarla di quà e oltre.
Arrivederci.
sabato 3 settembre 2011
Mi alzai lentamente dalla sedia. Sembrava un momento decisivo quello. Presi tutte le pause necessarie che il momento richiedeva.
La stanzetta era buia e piccola. La porta si aprì. Lentamente. Entrò, vestita con una gonna che risaltava tutta la sua femminilità. Pausa. Ci guardammo lentamente. Il momento era così eccitante.
Stop!
E vaffanculo! Stava riuscendo bene che cazzo!
No senti la devi rifare meglio. Sembrava che stavi aspettando l'autobus. Devi capire che lei sarà la donna della tua vita.
E che cazzo devo fare mettermi a piangere! Ma sei un maiale! Ma vai via!
Me ne andai, senza sentire o ascoltare nessuno.
Non fare il divo! Non fare la star!
Presi la macchina e accelerai. BRUMMMMMMM.
Dopo era più semplice. Non dovevo più sentire nessuno. Feci un paio di telefonate.
Che fai, vieni?
Si oh! Il tempo di prepararmi e arrivo.
Arrivò il mio uomo: compagno di vecchia data e stappammo quattro bottiglie ma di quello buono. Ero sovraeccitato.
Nessuno più poteva ferirmi.
La stanzetta era buia e piccola. La porta si aprì. Lentamente. Entrò, vestita con una gonna che risaltava tutta la sua femminilità. Pausa. Ci guardammo lentamente. Il momento era così eccitante.
Stop!
E vaffanculo! Stava riuscendo bene che cazzo!
No senti la devi rifare meglio. Sembrava che stavi aspettando l'autobus. Devi capire che lei sarà la donna della tua vita.
E che cazzo devo fare mettermi a piangere! Ma sei un maiale! Ma vai via!
Me ne andai, senza sentire o ascoltare nessuno.
Non fare il divo! Non fare la star!
Presi la macchina e accelerai. BRUMMMMMMM.
Dopo era più semplice. Non dovevo più sentire nessuno. Feci un paio di telefonate.
Che fai, vieni?
Si oh! Il tempo di prepararmi e arrivo.
Arrivò il mio uomo: compagno di vecchia data e stappammo quattro bottiglie ma di quello buono. Ero sovraeccitato.
Nessuno più poteva ferirmi.
giovedì 1 settembre 2011
Pensiero.
Sei il benvenuto in questa terra signore! Nessuno ha la fortuna che hai tu! Guardati in giro signore, qui nulla è come sembra. Basta girare i volti delle persone, e vedere mostri dalla lingua blu. Qui potrai fare davvero tutto quello che vuoi, basta saperlo fare.
Un giorno ti sveglieranno e non crederai ai tuoi occhi: c'è il sole sul cielo. Un sole così non lo hai mai visto, e avrai paura. Un sogno colorato di spavento.
Non potrai pensare più nulla, solo quello che hai fatto fino ad allora, quello che volevi ricordare e quello che volevi dimenticare.
Me ne andrò in spiaggia un giorno di inverno, a fissare il mare a vedere o guardare? Ognuno di noi si aspetterebbe l'importante di turno. Ma ci siamo dimenticati che siamo noi l'importante.
Per un attimo ci sarai solo tu, con i tuoi occhi e una voglia di scavare l'inconscio. Preparati che io sono già alla fine.
Un giorno ti sveglieranno e non crederai ai tuoi occhi: c'è il sole sul cielo. Un sole così non lo hai mai visto, e avrai paura. Un sogno colorato di spavento.
Non potrai pensare più nulla, solo quello che hai fatto fino ad allora, quello che volevi ricordare e quello che volevi dimenticare.
Me ne andrò in spiaggia un giorno di inverno, a fissare il mare a vedere o guardare? Ognuno di noi si aspetterebbe l'importante di turno. Ma ci siamo dimenticati che siamo noi l'importante.
Per un attimo ci sarai solo tu, con i tuoi occhi e una voglia di scavare l'inconscio. Preparati che io sono già alla fine.
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