sabato 3 settembre 2011

Mi alzai lentamente dalla sedia. Sembrava un momento decisivo quello. Presi tutte le pause necessarie che il momento richiedeva.
La stanzetta era buia e piccola. La porta si aprì. Lentamente. Entrò, vestita con una gonna che risaltava tutta la sua femminilità. Pausa. Ci guardammo lentamente. Il momento era così eccitante. 
Stop!
E vaffanculo! Stava riuscendo bene che cazzo!
No senti la devi rifare meglio. Sembrava che stavi aspettando l'autobus. Devi capire che lei sarà la donna della tua vita.

E che cazzo devo fare mettermi a piangere! Ma sei un maiale! Ma vai via!

Me ne andai, senza sentire o ascoltare nessuno.
Non fare il divo! Non fare la star!

Presi la macchina e accelerai. BRUMMMMMMM. 
Dopo era più semplice. Non dovevo più sentire nessuno. Feci un paio di telefonate. 
Che fai, vieni?
Si oh! Il tempo di prepararmi e arrivo. 
Arrivò il mio uomo: compagno di vecchia data e stappammo quattro bottiglie ma di quello buono. Ero sovraeccitato.
Nessuno più poteva ferirmi.

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