martedì 4 ottobre 2011

VUOTO.

Hai una faccia tosta come il culo ancora non pulito. Sei così svergognosamente presente nella vita di tutti i giorni che mi hai rotto le palle. 
Sai cosa faccio? Aspetto tranquillamente che il tuo sguardo si spiaccichi su qualche cinghiale con la faccia da uomo e il cuore di paglia.
Amore non vedi che sto lacrimando sangue? Non hai voglia di asciugarle con un bel movimento di lingua?

Lo sai benissimo che ti amo, ma non posso vedertì piangere perchè ti è caduto il tuo anello nella fogna. Pensa a me che sono caduto nella mia vita, e ancora non riesco a risalire.

Ciao amore ciao.

domenica 18 settembre 2011

Storia pulp.

Mi ero alzato senza troppi pensieri, e volevo passare una domenica tranquilla. Ma la chimica cambiò stramaledettamente quella giornata. Non aveva ragione di esistere quella giornata almeno dopo ho pensato. Dopo una notte innaffiata col vino, la mattina mi ritrovai con una superfemmina a fianco nel mio letto. Non mi ricordavo un cazzo di quello che ho fatto la sera prima. Quindi niente di particolare se la mattina mi trovo un pò sorpreso. Mah. Comunque la sveglio e lei fa a fatica a svegliarsi, probabilmente ha bevuto pure lei. Conferma dal fatto che non riesce neanche ad alzarsi. BOM. Cade dal letto. La prendo, la porto al bagno. Apro il rubinetto e ci ficco sotto la sua testa. Un urlo. Si è ripresa. 
Si alza su i suoi piedi e mi tira uno schiaffo. "Buongiorno"!
"Darling, che cavolo hai combinato ieri sera"?
"Chi sei tu"?
Le spiego tutto.
Prende le sue cose e se ne va.
Rimango solo col ricordo. Vabbè. Mentre metto un cd di jazz avanguardistico qualcuno suona alla porta. E' lei, la strafica. Dice che ci ha ripensato e che voleva chiedere scusa come si è comportata etc.. La faccio entrare, le faccio il caffè così si riprende.
Le suona il cellulare, risponde in malo modo la strafica. Manda affanculo, continua ad urlare. Con un gesto le faccio capire che deve abbassare la voce. Riattacca. Il caffè esce. Ce lo beviamo.
Nessuna parola. DRIIIN. DRIIIIN. Il telefono. Pronto? Si va bene ma chi sei? Non ho capito puoi ripetere. 
Minacce. Mi rivolgo a quella. Sta venendo qualcuno qui. Scommetto che è il tizio della telefonata super incazzosa. Dopo 15 minuti qualcuno cerca di sfondare la porta. La mia amata porta. 
Prendo il martello. Apro la porta. Dieci secondi dopo il mio martello è piantato ben bene sul suo cranio. Anche lei non è rimasta gran che, dopo che lui gli ha sparato un colpo della sua pistola nel suo bel seno. Li prendo e li porto all'ospedale. 
Poi torno a casa.

venerdì 16 settembre 2011

Nuovo.

Sembra che tutto abbia una forma, almeno così dovrebbe essere. Forse siamo noi a non accorgerci che diamo una forma a tutto. Esempi? Non ne farò almeno così non prenderò una forma stereotipata. Non sono un sociologo ma uno che vede la vità per quello che è. Lunga e rotonda, almeno fino a ieri. Domani sarà stupendo, e io non voglio fare proprio niente per far prendere una forma così accettata da tutti. Mi limito  finchè i sogni aiutano la mia mente a non rovinarsi e non invecchiare. Per un motivo o l'altro, tesoro io sarò sempre qui. Nessuno mi dirà niente ma per è già tanto. I libri mi hanno aiutato a decifrare la mia ottusa voglia di rimanere in questo posto arido e senza forma. IO SONO LA FORMA. Per un attimo posso anche sembrare carino, ma i fatti stanno a zero quando avrò il coraggio di dire la verità e lo dirò sparandoti uno sguardo che dovrà dire tutto e niente allo stesso tempo. Dovrei conquistare ogni ora ma quello che faccio e rincorrere la vita, acchiapparla per la testa e sbatacchiarla di quà e oltre.
Arrivederci.

sabato 3 settembre 2011

Mi alzai lentamente dalla sedia. Sembrava un momento decisivo quello. Presi tutte le pause necessarie che il momento richiedeva.
La stanzetta era buia e piccola. La porta si aprì. Lentamente. Entrò, vestita con una gonna che risaltava tutta la sua femminilità. Pausa. Ci guardammo lentamente. Il momento era così eccitante. 
Stop!
E vaffanculo! Stava riuscendo bene che cazzo!
No senti la devi rifare meglio. Sembrava che stavi aspettando l'autobus. Devi capire che lei sarà la donna della tua vita.

E che cazzo devo fare mettermi a piangere! Ma sei un maiale! Ma vai via!

Me ne andai, senza sentire o ascoltare nessuno.
Non fare il divo! Non fare la star!

Presi la macchina e accelerai. BRUMMMMMMM. 
Dopo era più semplice. Non dovevo più sentire nessuno. Feci un paio di telefonate. 
Che fai, vieni?
Si oh! Il tempo di prepararmi e arrivo. 
Arrivò il mio uomo: compagno di vecchia data e stappammo quattro bottiglie ma di quello buono. Ero sovraeccitato.
Nessuno più poteva ferirmi.

giovedì 1 settembre 2011

Pensiero.

Sei il benvenuto in questa terra signore! Nessuno ha la fortuna che hai tu! Guardati in giro signore, qui nulla è come sembra. Basta girare i volti delle persone, e vedere mostri dalla lingua blu. Qui potrai fare davvero tutto quello che vuoi, basta saperlo fare. 
Un giorno ti sveglieranno e non crederai ai tuoi occhi: c'è il sole sul cielo. Un sole così non lo hai mai visto, e avrai paura. Un sogno colorato di spavento. 
Non potrai pensare più nulla, solo quello che hai fatto fino ad allora, quello che volevi ricordare e quello che volevi dimenticare. 

Me ne andrò in spiaggia un giorno di inverno, a fissare il mare a vedere o guardare? Ognuno di noi si aspetterebbe l'importante di turno. Ma ci siamo dimenticati che siamo noi l'importante. 
Per un attimo ci sarai solo tu, con i tuoi occhi e una voglia di scavare l'inconscio. Preparati che io sono già alla fine. 

lunedì 29 agosto 2011

Pensiero.

Se per un attimo ti odio, lo ricordi tutta la vita. Un attimo ti amato, lo hai trovato una cosa naturale. Se per caso il tuo silenzio può ferirmi non ci trovo niente di triste in questo. Ho passato il resto della mia vita precedente a prendermela con chi non dovevo. Sono stato uno sciocco solo a pensare che potevo aggiustare tutto. Ore e ore a pensare come un cretino, quando la soluzione l'avevo già davanti. Per ora è così poi il resto è inutile. Alla giornata, diceva qualcuno, bisogna vivere. Ma poi ho scoperto che nemmeno alla giornata vale la pena di vivere, troppe ore. Guardare film, sentire musica, non ha fatto altro che crescere la mia vista. 
Prima o poi rinasceremo, e allora si che saranno giramenti di palle.

giovedì 25 agosto 2011

Pensiero.

Niente più novelle. Almeno spero. Quello che ho voglia di fare ora è un bel volo su pensieri e immagini che incontrerò da ora in poi.
Non succede niente di particolare ma la vita quando si fa sentire, è oltre ad una posizione netta e precisa è anche qualcosa che non va vista, presa sul serio. 
Si potrebbe anche scappare con un bicicletta modello Graziella, ma quello che si ha è buono. Avanziamo le nostre vite come nulla fosse. Dovremmo tirarci degli schiaffi per accorgerci di essere vivi. 
Si può anche sognare una costa, con un mare impetuoso, una piccola casetta. Meditare. Ecco cosa ci vuole. 

Attacchi vitali alle nostre vite. Una scala immensa dove puoi pensare che la vita finisce all'ultimo gradino. 
Amare,amare,amare, sembra tutto racchiuso in questa flebile parola. 
Si può cercare anche di amare,ma non riusciamo un attimo a cercare di vivere, visto che già lo siamo.

venerdì 1 luglio 2011

Improvvisamente.

Niente chiacchiere. Posso stare qui a parlarti ore e ore. Ma non so far altro che ammirarti, e andare avanti con queste impressioni. 
Lei mi guardava senza dir nulla, sembrava un compromesso, nel senso come avrebbe detto una parola tutto si cancellava. Non un gesto quindi, una parola che desse adito ad una sola conferma o smentita. 
Poi puoi dire tutto quello che vuoi, ma ora lascia che io cada nel più profondo dei miei pensieri.

Con queste parole il nostro eroe si presentò a lei. Pensava forse è un sogno. Era sveglio eccome. Scappò. Corse a perdifiato fino a casa, fece le scale velocemente e si accasciò sul divano. Chiuse un attimo gli occhi e squillò il telefono. Imprecò e maledisse senza sapere chi era dall'altra parte dell'apparecchio. Era la sua ex. 
Lei singhiozzava, gli chiese scusa. 
"Vaff...". Mise giù il ricevitore. 
Sentì suonare alla porta, "Tutti oggi a rompere"? Pensò.
Una bella sorpresa. Era un suo amicosi abbracciarono.
"Bisogna brindare!" Stappò una bottiglia di vino e bevvero un numero considerevole do bottiglie durante la cena.

Uscirono, la notte aveva colorato i loro fantasmi e si sentirono eccitati. Ricordarono i bei tempi e si sentirono meravigliosamente bene. Arrivarono in spiaggia, e si distesero sulla sabbia. Profumata e bianchissima. 
Sentirono cantare: HARE KHRISNA, HARE KHRISNA...BLA BLA BLA.
Avete rotto! Il nostro eroe si alzò e urlò questa frase.
Quella litania si interruppe per un po' poi risprese.
Il suo amico non diceva niente.

Adesso tu caro lettore penserai che i nostri soggetti si misero a piangere o chissà a ricordare quale grande evento aveva cambiato la loro vita: la morte del loro padre,della loro madre etc. Niente di tutto ciò.

Si misero a correre allegramente fino a quando caddero improvvisamente. Non avevano visto, nel buio, la cordicella che delimitava il confine di un lido all'altro. Rimasero così distesi come svenuti e risero a crepapelle. 
Arrivò l'alba e la sbronza svanì come per incanto al primo raggio del sole. 

Tutto finì come incanto. La mattina si sentì un'ambulanza che correva all'impazzata con le sirene che suonavano ad un volume terrificante. I due videro l'ambulanza sfrecciare come un fulmine davanti loro. Iniziava l'altro giorno, tutto normale. Niente da dire.
Fine.

mercoledì 22 giugno 2011

Improvvisamente.

Sembra che uno debba giustificarsi sempre di qualcosa, questa voglia insaziabile dell'ovvio. Vorrei una volta tanto raccontare una storia normale e un viaggio, una bevuta...

"Ora cosa farai?"
"Vado a ubriacarmi". Salutò con un sorriso e prese i suoi due zaini. Andò in spiaggia e mentre beveva una piccola comitiva lo vide e si avvicinò a lui: "Non abbatterti, vivi la vita non farti prendere dalla depressione". Lui li guardò con un sguardo pieno di stupore. Non un suono gli usci dalle sue labbra.
La piccola comitiva si guardarono imbarazzati e se ne andarono cantando "HARE KHRISNA". Non sapeva che dire, quei giovani vestiti di arancione lo misero in un folle dubbio che difficilmente scacciò per il resto della serata. Intanto il tramonto spariva per dare posto alla luna grande e silenziosa. Bisognava fare qualcosa quella sera, lui lo sapeva bene. Ora il fresco della sera stava lentamente arrivando e finalmente si sentì bene. Poi si tirò un pizzicotto per vedere se era tutto vero. TUTTO VERO. Se ci fosse una ragazza la situazione diventerebbe accattivante ma ora sto proprio bene...
Fine prima parte.

domenica 19 giugno 2011

Amore sconclusionato.

Prologo.

Allora non voglio tediare i miei lettori con qualcosa di ripetitivo, sciocco e cretino. Per molti avere una donna è un concetto di completamento, per me è l'annullarsi a vicenda. Poi era una visione che mi appagava anima e corpo. Niente e nessuno potrà levarmi dalla testa quella prima volta. 
Si può attraversare un periodo di sfortune, ma la vita rimane costantemente felice e conturbante, un circo di colori un caleidoscopio altalenante di vittime e fortune.

Questo è un autentico esperimento di fiducia verso se stessi, un atto liberatorio di una prigionia che conquista a poco a poco un piccolo respiro, uno sguardo di complicità che attraversa tutta la vita.
Permesso? Vorrei entrare a casa tua, voglio scoprire il più piccolo dei tuoi segreti. Vorrei volare ma non so far altro che scrivere e distribuire qualche sorriso.
 

giovedì 16 giugno 2011

Andava fiero di quella macchina. Era un vero gioiello. La domenica mattina la lavava accuratamente passandoci la cera e dentro era un vero gioiello. Una bomboniera.
Una domenica sedeva sulla veranda, e mentre si godeva una birra e la visione del suo bolide, sentì una voce. Era una donna che gli chiese cos'era quella macchina.
"Nulla". Rispose lui. Ma non si era accorto che quella donna era un monumento alla bellezza. Lei se ne accorse e si piazzò davanti lui. Si guardarono per un periodo incerto. "Vuoi fare un giro?" 
Uno sguardo silenzioso per dire si.
In macchina sulle colline, era un sogno. Si fermarono, e si sdraiarono sull'erba. Il sole baciava le loro teste, e da lontano si sentiva una melodia dolce. Sembrava fatto apposta. Una situazione incredula, un qualcosa in cui credere.
Si baciarono a lungo, e fu bello. 
Era un giorno qualsiasi, che il sole decise così di far incontrare due anime solitarie.


Mia cara, non aver paura il mondo non ha paura di noi, e noi siamo più o meno lontani dalle nostre incertezze. Noi siamo privilegiati, siamo già arrivati, adesso possiamo allungare le mani e prendere il destino, acchiappare la vita e finalmente sognare.

Domani è un altro giorno, e io sarò libero. Pensò e mise in moto l'auto, fuggendo da ogni luogo, situazione e incontri ravvicinati del terzo tipo. 

mercoledì 1 giugno 2011

Fortuna.

Parte sesta (ultima?).

Naturalmente i problemi non scompaiono. Neanche in un posto come Alghero. Mi è venuta un'incredibile noia qui. Il giorno dopo il mio arrivo ritorno al porto per ritornare al mio paese.
Sarebbe deleterio rimanere qui. Non ci vedo niente di allietante per il mio povero corpo.
Niente di più confortante rivedere la mia casetta. Appoggio le valigie e suono alla vicina. Si proprio lei, quella che mi fa sognare sogni pazzeschi. Aspetto un po. La porta si apre, lei è in vestaglia. Le dico: "TI AMO". Lei non dice niente. Rientra, chiude la porta. Io rimango un attimo lì. Poi rientro. Niente da fare. Quest'anno le ferie saranno noiose ma tranquille.

Niente da fare di nuovo. Prego sei il benvenuto nella commedia cretina di ogni giorno, dove se ti dichiari un essere pieno di vita, faranno di tutto per costringerti a rimanere senza voglia di vivere, senza un barlume di speranza. Qualcuno ha già deciso di essere pieno di se e coinvolgere tutto come un buco nero che risucchia tutto. I moralismi stanno a zero quando incontri gente del tipo viva senza avere la riconoscenza di essere tale. Comunque vadano le cose, io sono ancora in piedi. Sempre con la faccia nel solito posto e soprattutto voglioso di vivere. 
Sembra facile parlarne in un momento come questo. Sono davanti ad un precipizio, e tra un minuto dovrò fare i conti davvero con me stesso. Il suicidio sembra una forma di liberazione, prima ci pensavo continuamente. Ma ora che vedo questo mare impetuoso che mi urla una parola sola, sono pronto. 

Fine.

martedì 31 maggio 2011

Fortuna.

Parte quinta.

AAAAAAAHHHHH. Sono su una nave. Sono partito da poco da Civitavecchia. Vado in Sardegna. Sto sul ponte beato a godermi lo spettacolo del mare di notte. E' una sensazione fantastica.  Ad un certo punto sento: "Ha da accendere?". Mi giro ed è una sventola incredibile. Stessa storia, mi tiro un pizzicotto. Sono sveglio. Le dico "Si". Le porgo l'accendino. E' buio, non riesco a definirla bene. Ma vedo che ha i capelli lunghi. Ha un profumo vertiginoso. Fantastico.
Lei si accende la sigaretta mi ringrazia e se ne va. 
Sembrerebbe finita così, ma la incontro più tardi mentre lei entra nella sua cabina che è situata due cabine più avanti della mia. Le do uno sguardo prima che lei entra, e lei contraccambia. Sulla porta della cabina c'è una piccola luce ma finalmente posso notarla meglio di prima. Non è magrissima ma ha qualche chilo in più nei punti giusti. Entro e faccio un sospiro.
Mi addormento con un sorriso sulle labbra e intanto aspetto che si faccia giorno.

Il giorno dopo sono già arrivato in Sardegna. Lì prenderò un pullman che mi porterà ad Alghero.

Fine quinta parte.

lunedì 30 maggio 2011

Fortuna.

Parte quarta.

Vedo un uomo naturalmente (chi se no ?) con una camicia bianca, e una valigetta. Apro e mi fa:  "Salve, sono qui per darle un volantino che parla della famiglia". Lo guardo in silenzio. Prendo il volantino e gli dico: "Sono ateo". Lui mi guarda si gira e se ne va. Lo vedo scendere le scale. 
Non so cosa pensare. Sogno certe sventole da campionato e si presentano testimoni di geova. Ma ora niente mi fa pensare più a quella persona. Infatti si apre la porta del vicino.

Dovrei dire la vicina. Bella, non bellissima ma normale. La guardo e le dico salve. Anche lei mi saluta. Rientro e mi siedo a tavola. Mangio proprio tutto. Ora è tutto vero, ma inutilmente aspetto il campanello che non suonerà MAI. Vabbé. Mi scolo la bottiglia e mi metto a letto. 
Mi sveglio tardi. E' domenica non si lavora, capolavoro. Mi alzo preparo il caffè. Mentre l'aroma si sparge nella casa, squilla il telefono.  Dall'altre parte del telefono non si sente niente. Riattacco senza troppi pensieri. 
Prendo il caffé, mi metto in ghingheri e esco. Prendo la macchina e faccio un giretto nella città. Nello stereo Giuni Russo.
VOGLIO ANDARE AD ALGHEROOOOO, IN COMPAGNIA DI UNO STRANIEROOOOOO, 
MIA MADRE NON LO DEVE SAPERE, NON LO DEVE SAPEREEEEEE. Così decido che quest'estate devo andare ad Alghero. 
Fine quarta parte.

venerdì 27 maggio 2011

Fortuna.

Parte terza.

Il lavoro che faccio è un lavoro banale. Catena di montaggio. Fabbrica di automobili. Non so se è il tipo di lavoro noioso che scatena quel sogno che vi ho raccontato. Sta di fatto che ogni notte sogno sto pezzo di fica allucinante. 
Ora non è che sto qua a raccontarvi di una storia banale: sogno una fica e il giorno dopo la incontro. Non succederà mai. Mai. Ma quello che mi interessa è vedere le faccie delle persone che ho coinvolto.

TOOT! TOOT!
La sirena segnala che è finito il turno. Mi avvicino al mio armadietto. Prendo le mie cose e mi avvio all'uscita, naturalmente piove ma è novembre cosa volete che sia.

Prima di arrivare a casa mi fermo ad un supermercato: vino, farfalle pesto già pronto. Ho voglia di un buon pranzo. La mensa della fabbrica è terribile. Poi prendo tre fusi di pollo.
Niente paura ora è tutto vero. Infatti torno a casa raggiante per questa spesa. Cucino il tutto. Poi vado a farmi la doccia.
Come esco suona il campanello. Mi guardo allo specchio, mi tiro uno schiaffo per essere sicuro. 
Mi avvicino,guardo allo spioncino.
Fine terza parte.
 

giovedì 26 maggio 2011

Fortuna.

Parte seconda.

Si rimise a sedere, sospirò un attimo pensando a tutta quella abbondanza. Un vero stangone, gambe lunghissime, seno prosperoso...
riattaccò a mangiare. Quello era sicuro. Il cibo gli ricordava paesaggi lontani dimensioni a lui ignote. Chiuse gli occhi con la forchetta prese un pezzo di roast beef che aveva tagliato sottilmente lo mise in bocca. Un pezzo di paradiso. Prese la bottiglia di vino e ci si attaccò. Bevve tutto d'un fiato. Poi si alzò e sparecchiò. Avrebbe continuato la sera. Ora voleva solo camminare.
Andò giù in spiaggia. Camminò lentamente senza meta. Ad un certo punto vide una figura che si avviciniva a lui. Guardò meglio e non si sbagliava. Era la vicina! Che cavolo ci faceva lì?
Continuò a camminare facendo finta di non vederla. Ad un certo punto si sentì dietro le sue spalle: "Ciao".
Lui si girò e la guardò silenziosamente. Dopò un po "Le disse vuoi venire a cena da me?"

DRIIIIIIIN!
DRIIIIIIIN!
Cazzo! NO NO NO NO. Ogni volta che sogno una figa da panico sta cazzo di sveglia mi tormenta i miei orgasmi migliori. 
LAVORO. Un tormento di otto ore. Ma prima o poi la devo incontrare  sto pezzo di fica infinita.
Fine seconda parte.

mercoledì 25 maggio 2011

Fortuna.

Normalmente uno dopo tanto tempo che non scrive deve dare spiegazioni di un certo spessore per avvisare quei pochi che mi leggono che ho avuto un periodo di ripensamenti etc.
Naturalmente non dirò niente di quello che mi è successo, ma vi racconterò ( nelle mie possibilità) un raccontino.
Un uomo dopo aver deciso di mettersi a tavola per mangiare un'intera settimana, andò in chiesa e ne parlò con il prete che gli disse "Figliolo abbi cura di te".
Tornò nella sua casetta e incominciò. Farfalle con funghi e panna, roastbeef arrosto, finocchi al forno con besciamella. Mentre azzannava un succulento finocchio qualcuno suonò alla sua porta. Si alzò di controvoglia e vide allo spioncino che era la vicina. Un tocco di femmina che non finiva mai. Aprì e lei dopo averlo salutato gli chiese se aveva del sale. Lui la fece entrare e lei vedendo tutta quella roba da mangiare gli chiese se aveva gente a casa. Lui porgendogli il sale le disse di no che tutta quella roba la stava mangiando lui. Lei rimase sorpresa da questa frase lo ringraziò del sale e se ne andò. Lui si rimise a tavola a mangiare.
Fine prima parte.

sabato 19 marzo 2011

Senza titolo.

Ora che non sono più io vorrei essere da un altra parte, pensieroso e spericolato come una farfalla. Quello che mi sento di fare e di dire non ha niente che fare con la vita. Preferisco vivermi addosso con tutti i pensieri che esplodono in una nuvola blu che solo io posso vedere. Devo correre, camminare, aspettare che arrivi chissà che cosa? No voglio solo  vivere con tutta la filosofia balorda e precisa che mi fa scoprire chissà che cosa.
Il tempo è immemore, se non fosse per la razza umana che si estingue e che schifosamente ricorda tutto, scrive e registra, ma non sogna a quest'ora saremmo sulla luna senza troppe paure e ansie. Voglio vivere, tanta è la mia oglia di soffocare in una società maledetta da pensieri buoni e consigli giusti, dati al momento giusto.

lunedì 14 marzo 2011

Vita,questo oscuro oggetto del desiderio.

Il senso della vita è la vita stessa, siamo così stupidi da riempire di significanti la vita quando è già piena di suo. Non possiamo sfuggire alla vita né alla sua fine, ci immergiamo in qualcosa che ci può fare piacere al di là. Sarà che la certezza non è di questa vita e il dubbio ci attanaglia, ci complica ci fa sperare.
Vedere quello che si ha davanti non basta e allora bisogna immaginare qualcosa più grande di noi. La musica è inafferabile è più grande di noi ma ne siamo così immersi che ne siamo completamente immersi, tutti i giorni la ascoltiamo.
Dobbiamo fare attenzione a noi e a quello che possiamo fare.

martedì 8 marzo 2011

Come volare.

Posso preferire di avere un milione di anni e un attimo di pace se voglio. La costruzione è lenta ma efficace, possiamo farci valere di un sentimento superiore (ma superiore davvero) solo se siamo altrove, con la mente con il corpo e con il vino. Io preferisco il grande romanticismo, dove tutto si può combattere con l'amore, con le spade e con la virtù del paziente. Io voglio volare sopra tutto e voglio vedere le persone come un autentico piano sequenza da brivido e guardare le loro facce insonni mentre marciano ad un qualcosa di solenne, voglio vedere i monti, la neve e gli orsi.
Non ci sono soluzioni perchè non ci sono problemi.
Amore mio, io ti amo e se tu vorrai assecondarmi io ti giuro piena fedeltà, un muro di pensieri solo per te.
Amore ascolta molto bene io con te ci sto volentieri ed è per questo che io ti bacio e ti accarezzo, io ti amo e nessuno al mondo fermerà il nostro piccolo giornaliero contrabbando di baci.

lunedì 7 marzo 2011

Una storia.

Mi sento particolarmente ispirato per scrivere una storia.
Un uomo chiamato ics, si era perdutamente innamorato di non so chi. Lei era bella, alta, capelli lunghi ed un seno maiuscolo. Lui si vergognava di dichiararsi, ma un giorno dopo aver bevuto due bottiglie di vino la vide e le disse: "Ti amo". Lei all'inizio rimase sorpresa da queste parole che quello sconosciuto gli rivolse. Ma dopo un attimo di esitazione gli died la mano e rimasero insieme felici e contenti.
 

domenica 6 marzo 2011

Resistenza. Oltre.

Il problema principale è ascoltare un mucchio di roba che hai. Mozart o Beethoven?
Possiamo mostrarci indifferenti a tutto, ma non a quello che ci passa davanti. Meritiamo di meglio? Certo che si, ma il problema è che non sappiamo sceglierlo. Rimaniamo rincretiniti davanti a immagini di vita stravagante e infinitamente privi di qualsivoglia significato morale e esistenziale. Sveglia! Il mondo è nostro, non è della televisione, ma dei libri di film della musica! Dobbiamo comunicare l'incomunicabilità! Essere vivi e costruire un mondo colorato!

giovedì 3 marzo 2011

Perimetro, nulla da vederci oltre.

Ammesso che siamo vivi?
Parliamoci chiaro, il mondo è un invenzione spericolata e vecchia che ci permette di parlare male della vita. Quindi finiamola con questa ipocrisia velata: é la realta! Mi sento dire certe volte.
Ma cos'è la realtà, un postribolo di pensieri e parole atti, momenti. Vogliamo finirla? Cos'è questa spregiudicatezza di far sentire quello che non vogliamo provare: a me non piace questo , a me non piace quello. Se tutti per un attimo dicessimo quello che ci piace veramente, come un sogno noi ci sveglieremo e il sogno apparirà in noi, facendoci vedere la vita, la morte, la speranza, l'equilibrio che si pone tra noi e l'amore.
Dobbiamo stringerci attorno e vedere, non guardare, dobbiamo urlare la nostra esperienza, dobbiamo far uralre gli occhi.

mercoledì 23 febbraio 2011

Vita nonostante tutto.

Possibile mai che  non riesci a stare un momento fermo? Era meraviglioso guardarti, appartenere al tuo sguardo. Queste non sono romanticherie, sono accorgimenti del lato umano e provvisorio. Merito di vivere perchè nessuno lo ha detto prima, e mentro cerco di farlo arrivano dei segnali compromettenti e assoluti (Celine).
 Non c'è niente di male a pensare che la vita può essere bella, pensierosa danneggiata da uomini inferiori e infinitamente stronzi, basta prenderli e lasciarli lì nel loro delirio.                                 

lunedì 21 febbraio 2011

Nulla da commentare.

Primo post. Da laureato. Non significa nulla ma è una cosa così da cronologia. Allora, la prima cosa che vorrei scrivere è questa: niente paura, siamo ancora vivi. E' un percorso impervio lungo è stramaledettamente complicato quello della paura. Se siamo vivi lo dobbiamo perchè tantissime persone hanno avuto paura e ancora adesso non termina. Siamo figli della paura, quando invece dovremmo esserlo della meraviglia, una parte sconsiderata di un qualcosa ancora non scritto. Vorrei incontrare Tex Willer, stringergli la mano e dirgli: "Grande!".                               

Non posso farlo però e questo mi rende triste e pensieroso.

 Però in compenso ci sono un sacco di persone che manderei a fanculo e che premerei con un cazzottone da premio nobel.
Grazie e buona fortuna.